I Walser di Alagna

28.09.2012 00:00

I Walser di Alagna

 I Walser giunsero in Val Grande verso la fine del XIII secolo, insediandosi sulle terre del monastero di San Nazzaro, a Pè de Mud (Pedemonte) e Pè d'Alagna (Pedelegno).

Casa walser particolareA testimonianza di tale presenza esistono documenti scritti (1302 - 1319 - 1328) che trattano di concessioni e permessi d'insediamento dove compaiono i primi "cognomi" alagnesi, alcuni ancora esistenti, come, ad esempio: Orso "…Anrigetus Ursus alamanno de Pè de Moyt…", D'Errico o D'Enrico da cui discese la stirpe dei famosi pittori Giovanni, Melchiorre e il celeberrimo Antonio (detto “Tanzio da Varallo”).

I fratelli D’Enrico, insieme all’architetto, sculture e pittore Guadenzio Ferrari, contribuirono alla realizzazione del Sacro Monte di Varallo. Fondato alla fine del 1400 per volontà di Padre Bernardino Caimi, si compone, oltre alla Basilica, di 45 cappelle che riproducono, attraverso 800 statue dotate di un realismo impressionante, le scene della vita di Cristo. Una carrellata di opere di Tanzio di grande qualità è esposta presso la Pinacoteca di Varallo. Casa Walser Fraz. Uterio

Fino al 1438 compaiono documenti con le denominazioni nel dialetto alto tedesco di piccoli e suggestivi insediamenti che attualmente caratterizzano le meravigliose frazioni Walser di Alagna.

Molti di questi agricoltori, pastori e costruttori Walser divennero, nel '500, architetti, scultori del legno, scalpellini e piccapietre, noti come "Maestri Prismellesi".

Tra tutti si distinsero lo scultore Daniel Heintz e l’architetto Ulrich Ruffiner chiamato a Sion dal Vescovo Matteo Schiner nel 1499. Ruffiner operaRipercorrendo a ritroso i passi del Monte Rosa che secoli prima avevano valicato per colonizzare la Valsesia, essi diffusero la loro arte in Svizzera e in Germania, lasciando ovunque una preziosa traccia del loro passaggio .

 

 

 

Le indagini storiche condotte a riguardo testimoniano il passaggio di circa 200 maestri prismellesi, intere famiglie venute da Alagna (Bodmer, Heintz, Ruffiner e Schmid) e Riva Valdobbia (Carestia).

Nei pressi del Teatro Unione Alagnese, Teatro Unione Alagneseillustra i deliziosi teatri ottocenteschi di Riva Valdobbia, Alagna e Campertogno, che, restaurati e “rianimati” da  spettacoli e concerti, contribuiscono a tramandare la tradizione locale di carattere popolare.

A dispetto della semplicità degli edifici esterni (fabbricati in pietra a vista), l'interno è arricchito da grandi figure allegoriche, decorazioni con ghirlande, nastri, cartigli e da vivaci scenografie. 

 

 

 

In frazione Ronco (Im Oubre Rong m 1.280), illustra la tipica casa Walser alagnese. Casa WalserLa struttura racchiude sotto lo stesso tetto abitazione e stalla, per sfruttare il calore animale: la base è composta da pietre squadrate e sovrapposte e si incunea nel pendio naturale del terreno, riparando l'edificio dai venti e dal gelo.

L’impalcatura soprastante è costituita da grossi tronchi di larice squadrati ad accetta, opportunamente stagionati, disposti orizzontalmente ed incastrati tra loro senza l'ausilio di chiodi (blockbau).Questa parte si innalza fino al tetto coperto da "piode" o "beole" in pietra piatta.

Baita particolare lobbiaL'intera costruzione è circondata, per tre lati, dal loggiato formato da piedritti e da pertiche di legno orizzontali, dove poter stendere ad aerare ed essiccare, al riparo della pioggia, il fieno ed i cereali. 

 

 

 

 

 

 

 

Al piano terra si trova la stalla (Godu), al seminterrato la cucina (Chuchi) munita di fornetto in "pietra ollare" senza canna fumaria; è in questo luogo che si svolgeva la vita famigliare e le varie attività Scapincomprese la filatura della canapa e della lana, la tessitura, la confezione degli "Scapìn" (tipiche e resistenti pantofole) e l'esecuzione del "Puncetto" (preziosa trina valsesiana).

La cantina era ricavata nel seminterrato. Le camere per riposare, minuscole e molto basse per non disperdere il calore, erano alloggiate al piano rialzato e i giacigli erano prevalentemente imbottiti con foglie di faggio essiccate. Il sottotetto era adibito a deposito e fienile. Le case più antiche, rimaste attualmente ancora integre, risalgono al XVI secolo.

In frazione Pedemonte è stato allestito, in un antico edificio datato 1628, il Walser Museum, che offre l'opportunità di conoscere da vicino questo straordinario sistema edilizio (Per informazioni e prenotazioni visite: tel. 347.1377404).

 

 

Il MuseoWalsermuseum raccoglie utensili per la lavorazione del latte, del legno, attrezzi per i lavori agricoli, arredi, telai per la tessitura, abbigliamento e quant'altro serviva per la vita di ogni giorno.

 

 

 

 

 

 

In frazione Merletti (Im d'Merlette m 1.217) sono conservati i resti dell’antico forno della calce per la trasformazione del minerale Forno della calcecalcareo della vicina cava.

All’imbocco del sentiero che conduce alla frazione Merletti, ci illustra le caratteristiche di un tipico insediamento Walser, autosufficiente e decentrato in frazioni sparse di ridotte dimensioni.

Raccolte intorno al protettore religioso della comunità, le poche famiglie si servono in modo comunitario del forno, del mulino e della fontana; Baita con fioriquest'ultima è un monolito di pietra incavata spesso a due o tre vasche per non permettere l'uso promiscuo dell'acqua tra uomini, animali e per l’eventuale lavaggio di panni. Il luogo prescelto per l'insediamento è sempre salutare e al sicuro da smottamenti e valanghe.

 

 

 

 

 

 

Gli edifici che compongono i villaggi Walser sono sempre orientati nella stessa direzione (il fronte principale rivolto a Sud e una parete a Nord) così da essere ben ventilati ed esposti il più possibile al sole per permettere al fieno o ai cereali sistemati sulle lobbie di sfruttare al massimo i suoi raggi. Lobbie con fieno

Presso le antiche miniere di Alagna in località Kreas (m 1.326). Gli edifici che si vedono, infatti, rappresentano ciò che rimane dell'antico stabilimento minerario di Kreas - detto "Fabbrica di San Lorenzo" - costruito nel '700 da Nicolis di Robilant, Capitano della Compagnia di artiglieri - minatori costituita dal Re di Sardegna per sfruttare i giacimenti di oro, argento e rame di Alagna.

 

 

Il materiale aurifero da lavorare, con le quattro macine conservate all'interno, proveniva dalle miniere di Mud, Jazza e del Vallone delle Pisse. Macine Miniere di KreasUn'altra fabbrica in pietra venne edificata a Stofful, con l'apertura della galleria denominata di Santa Maria. In realtà le miniere erano già coltivate dalla fine del '500, spesso in modo clandestino.

Sotto la dominazione spagnola, a partire dal 1633, il governatore di Milano, dal quale dipendeva il territorio valsesiano, diede in concessione alla famiglia D'Adda queste miniere.

I D’Adda condurranno l’attività  fino al 1707, quando, il Conte di Pralormo, prese possesso di questi territori per conto dei Savoia.

Verso la metà del Settecento, periodo di massima attività delle miniere, giungono ad Alagna maestranze piemontesi, boeme, fiamminghe e sassoni.

Nel 1771 i Savoia abbandonarono l'impresa che aveva rappresentato per lunghi anni un vanto dell’industria mineraria.

Le attività di estrazione continuarono a singhiozzo con l’alternanza di molti proprietari, tra cui una società inglese (New Monte Rosa – Gold Mining Company) messa in liquidazione nel 1916. I tentativi terminarono negli anni ’80 ed ora è attiva solo l’estrazione di felspato a ridosso della vecchia miniera di Kreas.

 

Baita con legnaNella località ora denominata "Acqua Bianca" (m 1.500) inizia il sentiero diretto al Passo del Turlo (m 2.738). Per secoli questo tragitto, all'interno del Parco Naturale Alta Valsesia, ha rappresentato una delle più importanti vie di comunicazione fra la Valsesia e la Svizzera, passando per Macugnaga; lungo questa strada transitarono i Walser per poi fondare le colonie di Pedemonte e Pedelegno di Alagna.

L'attuale mulattiera è opera degli alpini che, nel 1930, rinnovarono l'antico tracciato medioevale che, ogni tanto, riaffiora ancora mostrando alcuni splendidi tornanti, eseguiti con lastroni di pietra.

 Nei soleggiati pendii del vallone di Otro i Walser hanno creato sei insediamenti. I prati di questa località sono di straordinaria fertilità per la loro posizione e per la dolcezza del clima. Otro sfalcio erba

Nei campi, ottenuti da questo popolo di bonificatori, si coltivavano grano, canapa, segale ed orzo. I piccoli appezzamenti di terra erano stati ottenuti "terrazzando" il terreno pendente con un sistema di muretti realizzati con pietrame assemblato "a secco", cioè senza uso di calce. Successivamente venivano riempiti con la terra rimossa, da monte al piano, per annullare la pendenza del terreno, rendendo così più agevoli le lavorazioni e utilizzando i molti sassi provenienti dal paziente lavoro di spietramento necessario a creare coltivi.

 

Questi villaggi, nonostante l'alta quota, erano popolati quasi tutto l'anno. La gente scendeva ad Alagna per Natale, per poi tornare ad Otro all'inizio della primavera, il giorno di San Giuseppe.

Nei pressi della frazione Dorf (m 1.696) di Otro, restituisce l'incanto che il visitatore subisce nel contemplare questa suggestiva architettura, nata da bisogni materiali e dall'innato rispetto per la natura con la quale il Walser conviveva quotidianamente. Segeria ResigaIl continuo contatto con le bellezze naturali di queste montagne e la necessità di armonizzare il proprio spirito con esse ha prodotto, per osmosi, questa straordinaria architettura che "appartiene" al paesaggio dove le pendenze dei tetti imitano le pendenze delle fronde dei larici.

Notevole interesse suscitano altri tre siti ecomuseali presenti sul territorio alagnese: la segheria in frazione Resiga, i mulini della frazione Uterio ed il forno del pane sempre in frazione Uterio.

L'antica segheria della Resiga risale alla seconda metà del XVII secolo. Slitta trasporto tronchiGrazie all’energia prodotta dalle acque provenienti da una deviazione del torrente Otro, un meccanismo elementare costituito da alberi e ingranaggi aziona le pale del mulino, trasmettendo il moto alla sega. I giganteschi tronchi di legno venivano trasportati sin qui per mezzo dell’acqua o caricati su pesanti slitte in legno. La costanza e la frequenza

 

dell’attività di taglio dipendeva interamente dalla quantità d’acqua presente nei torrenti (Visitabile all'interno in occasione di visite guidate o previa prenotazione) .

In frazione Uterio, in un fabbricato risalente al 1552, sono ancora visibili, nella loro secolare efficienza, due mulini azionati da una antica derivazione d’acqua dal fiume Sesia; erano utilizzati per macinare grano, segale e orzo: cereali coltivati, un tempo, fino a 1.900 metri di quota. Si tratta di mulini a "rentaggio": la ruota posta in orizzontale con delle pale di legno a forma di mezza scodella permettono ai mulini di mettersi in moto anche con una minima portata d'acqua. (Visitabile all'interno in occasione di visite guidate o previa prenotazione) .

Dalla farina al pane! Mulini UterioNella stessa frazione il forno comune, datato 1676, veniva acceso due volte all'anno: una in primavera, per sfornare il pane per l'estate e l'autunno e l'altra prima dell'inverno per le altre due stagioni. Il forno veniva tenuto caldo per più giorni onde permettere a tutte le famiglie della frazione di cuocere il proprio pane di segale "rukkis broud" o misto "g'mischluz broud". Pane dispensa

Occorrono circa dieci ore per portare in temperatura il forno (240°) acceso con steli di canapa essiccati, alimentato con legni di rododendro, molto duraturi nella combustione. Una volta raggiunta la temperatura ottimale, vengono immessi i legni di ginepro, che conferiscono al pane un profumo molto gradevole.

 

Itinerari di visita (su prenotazione)

Ciascuna escursione prevede la presenza di una Guida turistica o Accompagnatore naturalistico accreditato.

  • Itinerario cultura materiale

Segheria particolareObiettivo dell'itinerario è scoprire i siti ecomuseali custoditi nelle splendide frazioni walser.

La prima tappa è la frazione Resiga che prende il nome dalle numerose segherie che in tempo vi si trovavano. Una di queste è stata recentemente restaurata, sia nelle strutture portanti che nei macchinari, ed è azionata da un mulino messo in moto dalle acque del torrente Otro. Uterio mulino particolare

Altra tappa del percorso è la frazione Uterio dove fin dal cinquecento si trasformavano i cereali in farina nei due mulini, anch'essi recentemente restuarati, accanto al forno del pane alimentato a legna recante la data 1676. Forno del pane Uterio

Segue una tappa alla frazione Pedemonte (quella di più antica fondazione) e alla sua casa-museo che offrono l'opportunità di conoscere da vicino quello straordinario sistema edilizio rapresentato dalla casa walser di Alagna e dalle sue frazioni.

Ultima tappa dell'itinerario è il  forno della calce della frazione Merletti in posizione panoramica sulla sponda destra del fiume Sesia. 

 

—————

Indietro